I metodi per imparare le lingue straniere

insegnare una lingua

Prima di parlarvi della metodologia che uso attualmente nei corsi di lingue e che mi ha portato tanti risultati e soddisfazioni, vorrei premettere un dato di fatto fondamentale: ho sempre amato insegnare e questa professione non è stata un ripiego. Per essere buoni insegnanti, non importa di quali materie, servono poche fondamentali caratteristiche:

  1. Amare l’insegnamento, i lavori ben fatti ed essere persone di buona volontà;
  2. Conoscere BENE la vostra materia, ricordiamo qui il motto “Rem tene, verba sequentur” se possediamo la materia, le parole seguiranno;
  3.  Avere pazienza da vendere;
  4. Riuscire a semplificare i concetti e trovare il modo di far arrivare il vostro messaggio;
  5.  Avere il carisma minimo che faccia sì che il vostro pubblico vi stia ad ascoltare.

Come ultimo punto mi piace ricordare quello che mi disse, da bambino, una mia maestra: l’educatore deve farsi amare e temere!

L’insegnamento delle lingue non è un terreno facile dove muoversi. Nonostante gli studi e le esperienze che abbiate fatto sarete sempre circodati da improvvisati che, con la loro incompetenza, rischieranno di adombrare anche il vostro lavoro. Proprio per questo è importante avere chiari i passi da fare sia nel caso stiate studiando la lingua italiana sia nel caso la stiate insegnando.

Un insegnante di lingua italiana per stranieri non necessita, a oggi, di particolari titoli. Se non sarà il vostro curriculum che vi farà spazio nelle scuole private é però innegabile che essere laureati, essere avidi e curiosi lettori e avere in tasca un master in didattica dell’insegnamento dell’italiano vi faranno partire da più avanti rispetto a tutti quelli che proveranno a insegnare per la prima volta.

Sin da quando l’uomo è apparso sulla terra e ha iniziato a parlare si è resa neccessaria la figura dell’interprete e si è reso necessario riuscire a imparare un idioma che non fosse il nostro. Con il master in secondo livello DITALS si studia le progressioni delle varie metodologie negli anni.

Volendo semplificare, possiamo dividere le metodologie per l’apprendimento delle lingue straniere in due grandi famiglie: la metodologia traduttiva e la metodologia comunicativo/situazionale.

La metodologia traduttiva

Io stesso ho studiato la lingua inglese, da ragazzo, utilizzando un classico libro basato sulla prima metodologia. Tanto testo, tante cose da tradurre e tanti esercizi meccanici. L’insegnante ci parlava in italiano e la lingua inglese era vista come un qualcosa di astratto al pari della matematica. Il risultato è stato che sì, alcuni di noi sapevano bene la grammatica, ma si rimaneva a bocca aperta davanti a qualcuno che ci parlava in inglese.

Le metodogie comunicative

Le metodogie comunicative invece, attive nell’italiano dagli anni 90, partono da un diverso punto di vista. E’ importante capire, da fotografie, disegni, video, le situazioni in cui sono i personaggi del libro. Tramite la nostra esperienza di vita riusciremo a capire, più o meno, di cosa si tratta e riusciremo a capire quasi da soli le regole grammaticali. Esercizi mirati e molta comunicazione ci faranno rafforzare questi concetti e ce li faranno usare.

A questo punto la risposta sembra ovvia: metodologia traduttiva è una schifezza e invece metodologia comunicativa vince su tutto! Non è così semplice. Nel corso degli anni ho notato davvero molti punti deboli della metodolgia comunicativa e se state studiando sui manuali più famosi in commercio li avrete notati anche voi. Senza un’accoppiata con altri libri grammaticali, la metodologia comunicativa non è sufficente.

La mia metodologia

Prima cosa fondamentale : cerco sempre di capire chi ho davanti. Non esiste una metodologia valida per tutti ma può esistere una metodologia valida per molti. Quando mi trovo di fronte a uno studente nuovo cerco sempre di capire qual è il suo obiettivo. Vediamo questi esempi.

Una giovane ragazza ha il fidanzato italiano e vuole imparare la lingua con un corso di 2 ore alla settimana per poter parlare con la sua famiglia.

Uno studente è iscritto alla facoltà di italianistica ma in università non riesce a praticare e per questo ha bisogno di un corso extra.

Nel liceo c’è la lingua italiana e questo studente ha bisogno di un aiuto extra per preparare i test a cui è sottoposto.

Due amiche amano l’Italia e vogliono studiare la lingua senza motivi particolari.

La studentessa lavora per un’azienda italiana che ha bisogno, al suo interno, di una traduttrice.

Capirete da soli che non è possibile ricondurre queste quattro persone ipotetiche nello stesso obiettivo. Un corso comunicativo andrà bene per lo studente universitario che già ha una solida base grammaticale ma non sarà sufficente per la ragazza che dovrà diventare traduttrice della sua azienda.

Negli anni ho elaborato un metodo che possa essere usato nella più ampia maggioranza dei casi proprio per riuscire ad uniformare i corsi delle scuole in cui ero direttore didattico.

La mia metodologia parte dal concetto che ogni metodo abbia qualcosa di buono e qualcosa di migliorabile. Oggi si sente spesso parlare di queste nuove metodologie del tipo ” ti insegno 5000 parole italiane in 30 minuti”. Anche questi metodi possono avere qualche cosa di utile ma é ovvio che se punterete solo su questo non riuscirete a parlare.

La mia metodologia è una combinazione di varie abilità e tecniche quali:

-METODOLOGIA COMUNICATIVA PURA;

-METODOLOGIA TRADUTTIVO/GRAMMATICALE;

-METODOLOGIA MNEMONICA BASATA SULLA MEMORIZZAZIONE

-ASCOLTO

-SCRITTURA

La metodologia è solo il 50% del corso, la differenza certamente la farà anche lo studente. Grazie al mio metodo che ha combinato le varie abilità ho avuto enormi soddisazioni. Alcuni miei studenti che hanno iniziato con me da 0 sono poi diventati insegnanti dei centri in cui ero direttore arrivando alla certificazione CILS C1 e C2.

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