Sono molti gli italiani che risiedono e lavorano da anni in Inghilterra e molti altri che vorranno recarvisi. Si uniscono alla squadra i tanti stranieri che hanno conseguito, negli ultimi anni, la cittadinanza italiana. Dal 1° febbraio 2020 Londra non fa più parte dell’Unione europea. Cosa cambia? Vediamolo insieme
La Brexit ormai impazza sui giornali e sui rotocalchi. Ormai è realtà, dal primo febbraio 2020 infatti il Regno unito non fa più parte dell’Unione europea. Il cambiamento si preannuncia epocale e definitivo figlio dei tanti errori di gestione politica dell’Ue che perde una delle sue pedine più importanti.
Nel Regno unito sono molti gli italiani che vivono e lavorano stabilmente da anni. Cosa succede a questo punto? Cosa succede agli italiani che vorranno recarsi in Regno unito per lavorare o studiare? Complice l’importanza della lingua inglese e il fatto che la stessa sia studiata in Italia sin dagli inizi dei cicli scolastici, Londra, è da sempre una meta ambita per tentare fortuna o semplicemente fare un’esperienza all’estero. Capitale cosmopolita e incrocio di decine e decine di razze e nazionalità attrae per la sua versatilità e vita.
Dopo la Brexit ci saranno nuove regole che gli stranieri dovranno rispettare.
Tra gli italiani presenti a Londra e nel Regno unito bisogna fare un’importante distinzione:
- Italiani che già risiedono stabilmente nel Regno unito lavorando o studiando;
- Italiani che desiderano risiedervi;
Per chi è già registrato come residente non cambierà nulla. L’unica cosa che dovrà fare per poter continuare a godere dei diritti avuto finora è presentare un’apposita domanda entro il 31 dicembre 2020 presso gli uffici adibiti in Inghilterra. Fino al 31 dicembre è attivo infatti il cosiddetto periodo transitorio, Il Settlement status scheme.
Presentando il modulo di richiesta di residenza si potrà ottenere:
- Un permesso di residenza permanente sul territorio del Regno unito se si è già residenti da 5 anni;
- Un permesso di residenza temporaneo (che andrà poi rinnovato) se si risiede da meno di 5 anni;
La stessa procedura si applicherà agli studenti che si trovano già a Londra in scambio o per frequentare cicli scolastici. Nello specifico il programma Erasmus plus per i cittadini italiani ed europei, sarà ancora valido fino al 2021.
Diverso sarà il voler trasferirsi a Londra per lavorare dopo l’attuazione completa della Brexit. Terminato il periodo di transizione infatti il Regno unito non farà più parte di Schengen e tutti quei benefici per la circolazione delle persone nella sua area non saranno applicabili.
Le regole che si attueranno sono ancora in fase di trattativa ma sembra assodato che si potrà accedere nel Regno unito solo tramite passaporto valido per l’espatrio e non tramite Carta d’Identità. Pare che per chi volesse restare più dei 6 mesi sarà necessario un visto.
Per chi invece desidererà lavorare non sarà più possibile partire per tentare la fortuna e cercare lavoro. Un sistema a punti, simile a quello australiano, gestirà l’immigrazione. Per potersi trasferire bisognerà dimostrare di avere già un contratto da almeno 25.000 sterline, parlare inglese e avere una certa competenza professionale.
Il 2020 sarà cruciale per capire quali saranno le regole effettive per chi vorrà, dopo la Brexit, trasferirsi nel Regno unito.